Nel frattempo il panda cominciò a preoccuparsi; si domandava: “Come farò a decifrare il linguaggio dei delfini? Non so nemmeno com’è fatto un delfino, figuriamoci il
linguaggio! Mah! Speriamo bene!”.
E, con questi pensieri, si appisolò.
Fu risvegliato da freschi spruzzi d’acqua salata e da
suoni acuti.
“Ehi! Panda, svegliati! Sono tornata!” disse la tartaruga.
Il panda aprì gli occhi, salutò l’amica e le chiese: “Ma da dove provengono questi suoni così melodiosi?”
“Da lui! Dal re dei delfini! Per
comunicare usa emettere questi
segnali acustici che assomigliano a un fischio. Dai, forza, chiedigli dove si trova Abilian”.
“Ma come faccio! Non ci capisco niente!” disse il panda. “Tu ci riesci?”
“Ho notato – spiegò la tartaruga - che, quando si arrabbia, sbatte la coda velocemente, invece, quando è felice, emette dei suoni simili ad un cinguettio. Potremmo
interpretare questi suoi segnali rispettivamente come un NO e come un SI. Proviamo! Dai, fagli delle domande.”
“Sei tu il magnifico signore di tutti i mari e di tutti gli oceani?” chiese gentilmente il panda.
Il delfino non rispose, sembrava non
capire.
“Sei tu, Sire, il profondo conoscitore del segreto di Abilian?” tentò nuovamente il panda.
Ma il delfino non diede ancora alcun segnale di risposta.
“Forse devi utilizzare un linguaggio più
semplice, amico mio, - consigliò la tartaruga - quel tuo modo di esprimerti mi sembra un tantino complicato! Prova anche a
mimare quello che dici, sicuramente gli
faciliterà la
comprensione.”
“Si! Hai ragione. Non ci avevo pensato. Ci riprovo.”
“Sei il re dei delfini?” chiese il panda scandendo adagio le parole e mimandole come meglio poteva.
Il delfino cominciò a cinguettare.
“Wow! Forse è il linguaggio giusto!” esclamò il panda contento.
“Sai dov’è Abilian?” chiese il panda.
Il delfino sbattè la coda.
“No! Ma come!” il panda rimase perplesso.
“Non mi parlavi di indizi!” chiese la tartaruga.
“Ah già! E’ vero – rispose il panda – ora glielo chiedo!”
“Sai se c’è un indizio per Abilian?” chiese il panda.
Il delfino confermò cinguettando.
“Grande, amico! Forse sei sulla strada giusta!” disse la tartaruga.
“Devo cercarlo in fondo al mare?” chiese preoccupato il panda mimando le onde con le zampe.
Il delfino sbattè la coda violentemente.
“Quindi no” - pensò il panda - “Pfiuuù…per fortuna…anche perché non so nuotare. E allora dove può essere?”
Il panda cominciò a riflettere: “Forse in una conchiglia? No! No! Non può essere. Dentro alla pancia di un pesce? Mm! No! No!”
Ah! Forse ci sono… su uno
scoglio? Ora glielo chiedo”.
“L’indizio si trova forse su uno scoglio?”
Il delfino cinguettò.
“Sììììì!- urlò il panda – E vai!!!!”
“Mi puoi condurre allo scoglio?” chiese il panda.
Il delfino annuì.
“Ti devo seguire?” continuò il panda mimando una camminata.
Il delfino rispose con il suo solito modo.
“Bene caro panda - disse la tartaruga - il mio compito finisce qua. Io devo continuare il mio lungo viaggio e dobbiamo quindi salutarci.”
“Grazie tartaruga per il tuo aiuto - disse il panda con gli occhioni colmi di gratitudine - senza di te non avrei mai trovato il re dei delfini e non avrei mai saputo come comunicare con lui”.
La tartaruga si inoltrò nel mare e il panda partì alla ricerca dell’indizio.
Camminando lungo la spiaggia il panda controllava il delfino che, molto spesso, saltava fuori dall’acqua per aiutarlo ad orientarsi. A volte il panda inciampava nella sabbia e con fatica si rialzava e allora il delfino, premurosamente, emetteva i suoi suoni melodiosi per incoraggiarlo a proseguire. A rendere più faticoso il cammino, c’erano anche delle piccole conchiglie che gli si incastravano tra le zampe.
“Che dolore! Mi fermerei un po’ e farei volentieri una pausa bambù” pensava il panda.
Ma, vedendo il delfino proseguire senza sosta tra le onde del mare, si fece forza e continuò a seguirlo.
Finalmente giunsero ad uno scoglio che si trovava alla foce di un torrente.
“Trovo qui l’indizio?” chiese il panda.
Il delfino, confermando, gli fece segno di avvicinarsi allo scoglio e lì trovò inciso il messaggio.
“Finalmente!” gridò entusiasta il panda.
“Ti ringrazio tanto amico delfino. Sei un animale molto gentile, intelligente e socievole. Grazie a te ho imparato a comunicare in maniera diversa utilizzando suoni e
gesti alternativi. A volte, per mimare quello che volevo dirti, ho rischiato il colpo della strega o di slogarmi una zampa, però alla fine ce l’ho fatta ed è stato anche divertente.”
Il momento del congedo era arrivato. I due si scambiarono saluti affettuosi e il delfino, fischiettando allegro, nuotò velocemente verso il largo guizzando di tanto in tanto fuori dalle onde.
“Bene! Ora passiamo all’indizio” pensò il panda.
Attentamente guardò lo scoglio.
“Accidenti! E’ più alto di quanto pensassi! Ora sì che devo proprio fare una pausa bambù”.
Mentre si sgranocchiava una foglia rifletteva: “Da che parte mi conviene salire?
Da sud no perché c’è il mare… a est sfocia il torrente… a ovest lo scoglio non ha appigli… mi rimane salirci da nord…”.
Finita la pausa iniziò l’arrampicata e nel punto più alto trovò inciso l’indizio.