Il panda felice continuò per la sua strada. La scorta di cibo era così abbondante che trascorse tre giorni con la pancia piena.
Passo dopo passo, il paesaggio che gli si presentava davanti cambiava d’aspetto un po’ alla volta. Gli alberi diventavano sempre meno fitti e all’orizzonte si cominciava a intravedere un’ immensa pozza d’acqua.
“Ecco! Il mare!” gridò.
Il panda iniziò a
correre ma, giunto nella sabbia, improvvisamente
rallentò. Le sue zampe sprofondavano e gli risultava
difficile proseguire.
“Che
fatica!” sbuffò.
Poco più avanti un animale corazzato avanzava lentamente.
Il panda lo raggiunse.
“Ehi! Ciao! Vedo che anche tu fai fatica ad avanzare, la sabbia ti rallenta eh!” disse il panda.
La tartaruga marina, impaurita, ritrasse la testa nella sua casa e lì rimase.
“Toc! Toc! Ehi, esci! Dai non ti faccio niente! Volevo solo fare due chiacchiere con te. Per caso anche tu stai raggiungendo il mare?” disse il panda.
La tartaruga timidamente portò fuori la testa. La voce di quell’animale peloso era dolce e rassicurante.
“Scusa ma di questi tempi non c’è da fidarsi. Sì! Sto raggiungendo il mare. Ho appena finito di deporre le mie uova nella spiaggia. Ma tu chi sei?”
“Io sono il panda” rispose.
“Cosa fai in questo luogo?” chiese la tartaruga.
“E’ una storia lunga ma se vuoi te la racconto” disse il panda.
“Certo! Ti ascolto volentieri!” disse la tartaruga.
“Sono stato escluso dal regno delle tigri perché mi ritengono goffo e lento. Mi sono perso nella foresta perché non sapevo dove andare. Lì ho trovato un pipistrello che mi ha parlato di Abilian e mi ha guidato nel bosco fino a trovare un indizio per raggiungerla. Più avanti poi ho trovato uno scoiattolo che, nonostante la sua fretta, ha trovato il tempo per aiutarmi a procurare una buona scorta di cibo per arrivare fino a qui”.
“Ma perché qui? Cosa diceva l’indizio?” chiese la tartaruga.
“C’era scritto che dovevo
camminare per tre giorni,
raggiungere il mare e cercare il re dei delfini” rispose il panda.
“Il re dei delfini! Ma perché proprio lui?” chiese la tartaruga incuriosita.
“Perché suppongo lui sappia come raggiungere Abilian. Ma adesso che sono qui mi chiedo come faccio a trovarlo. Non so nuotare e il mare è davvero grande” disse il panda.
“Niente paura, io lo conosco e appena raggiungeremo il mare te lo vado a chiamare”.
I due si incamminarono
lentamente.
Il panda, osservando la tartaruga e la sua curiosa forma, pensava: “Che brava! Già è faticoso per me camminare sulla sabbia chissà quanto lo è per lei che deve anche portarsi la sua casa”.
Appena giunti in riva al mare la tartaruga entrò e iniziò a nuotare
velocemente.
“Caspita! Sei velocissima! Come fai? Fino a poco fa, eri lenta lenta e avanzavi con fatica. Ora sembri un pesce!”
La tartaruga spiegò: “Devi sapere che le mie zampe non sono adatte per camminare nel terreno ma lo sono per nuotare nel mare. Come vedi qui, nel mio
ambiente, sono veramente veloce. Ora aspettami, andrò a cercare il re dei delfini e lo condurrò qui”.
Il panda, stremato e affamato, si distese nella sabbia e con una foglia di bambù tra i denti attese il ritorno della sua amica tartaruga.