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Alla scoperta della Diversità
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Lettera ad un disabile

Ciao Claudio, (Sig.Imprudente secondo me fa troppo snob,anche se personalmente non ti conosco comincio subito e molto volentieri a darti del tu!) Domenica 16 Marzo ero al palahokey di Reggio Emilia e ho avuto il piacere di assistere alla tua intervista, e mi sono detta: cavoli questo diversamente abile cosa ha di veramente diverso da me?
Tante cose, non riesce a parlare normalmente come facciamo tutti, non cammina,ha il bavaglino come un bambino piccolo,insomma se lo vedi senza conoscerlo dici: poverino che disgrazia e’ un gran sfigato!
Invece alla fine delle tua chiacchierata sono arrivata a questa conclusione : che tra me e te la differenza più grossa che ho notato è la tua passione sfrenata per il calcio, che io sinceramente non ho e non mi verrà mai perchè è uno gioco che non mi appassiona per niente !

Tu penserai questa è matta a dire queste cose ma le penso veramente anzi le ho pensate subito….volevo intervenire per dirtele domenica quando il tuo intervistatore ha messo a disposizione il microfono al pubblico e tu ci hai anche incoraggiato dicendo : niente paura!
Ma io non avevo mai parlato in pubblico ed ero imbarazzata a farlo, sarei caduta nella mia solita balbuzie che avevo in età infantile che adesso ho superato ma quando mi emoziono molto salta fuori e non sono pronta e forte come te da affrontare di petto tutti i problemi, li passo dietro le spalle e sto in silenzio!
Sbagliato lo so! Ma non tutti siamo, per fortuna, uguali e forti!

Volevo dirti che la macedonia a fine pasto piace molto anche a me!
E mi piacciono molto anche le noci…anche se per aprirle si tribola molto….lo faccio sempre fare a mio marito per pura pigrizia!
Ma invece di farle aprire a mio marito devo trovare il piacere di aprirle io e hai ragione tu Claudio nel dire che nella vita bisogna trasformare le grandi difficoltà in piacere e delizia per tutti, ogni persona è unica come quei gherigli di noce e va assaporata nella sua unicità ma non per moralità, per religiosità, per dovere, per compassione o per leggi che te lo impongono ma per puro piacere personale e questa cultura della vita bisogna insegnarla e imparala per puro piacere, incominciando a farlo nei primi giorni di vita di un bambino facendogli capire che siamo tanti alcuni simili ma tutti un pezzo unico e raro.

Sono molto amica di una mamma di un bambino di otto anni (Federico) che è affetto da una grave malattia genetica e anche lui non parla, non cammina, ha tante difficoltà a comunicare. A questo bambino io voglio molto bene e sinceramente non riesco a immaginare la vita della mia amica senza suo figlio e la mia senza Federico, ma questo perchè Federico nella nostra vita è diventato un vero vegetale come te un vero GAROFANO (Doc Dop e Biologico) anche se tante volte sinceramente la mia amica si dispera, si chiede ma perchè proprio a me un figlio malato e disabile e io non per presunzione e per fare la super, le ho detto forse perchè te lo meriti davvero un bambino così intelligente, fantastico, con una voglia di vivere incredibile, insomma un figlio di otto anni innamorato come tutti lo siamo stati inconsciamente a quella età della vita ! E lei secondo me come tutte le mamme si augura di meritarselo a lungo un figlio come il suo e domenica quando siamo uscite dal palahokey mi ha detto : mi auguro di vedere Federico un giorno così!
Ciao Claudio scusa ma non sono riuscita ad essere
sintetica non sono una giornalista come te, sono solo un’impiegata!
Buon lavoro un caro saluto. Mariaclaudia

Per riflettere - “Siamo tutti uguali o tutti diversi?”
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