La bellezza come stereotipo al maschile e al femminile.
In questo periodo è il corpo al centro dell'interesse e non la persona; l'essere, l'essenza e la spontaneità vengono sostituite dall'apparenza e dal controllo: snellezza, altezza e magrezza eccessiva sono gli stereotipi irraggiungibili di bellezza attuale.
Al giorno d'oggi lo standard consiste nella donna magra, alta, con pelle liscia e uniforme, giovane e bianca, viso liscio e naso all’insù.
Gli standard di bellezza non esistono solo per le donne, ma anche per gli uomini, e possono essere altrettanto irraggiungibili e mortificanti.
Anche gli uomini si sentono a disagio se sono troppo bassi o troppo alti, troppo magri o troppo grassi, se perdono i capelli o se non riescono a farsi crescere la barba.
Per lungo tempo, l’unico capitale a disposizione della donna è stata la sua bellezza, mentre l’uomo poteva disporre di altre qualità: il potere, la ricchezza, il lignaggio e la cultura. Questo non significa che l’uomo sia sempre stato del tutto immune al raggiungimento di uno standard estetico: forse i lineamenti del viso contavano meno, ma di certo era fondamentale essere forti, muscolosi, prestanti, alti, proprio perché queste caratteristiche erano considerate come la materializzazione fisica del potere maschile e patriarcale.
Secondo me ogni persona non si deve sentire a disagio per il suo corpo e il suo aspetto fisico. Voglio concludere dicendo che ogni individuo è singolo, particolare, unico e irripetibile. La nostra unicità non è soltanto di tipo biologico, ciò che lo caratterizza sono i suoi pensieri, le sue emozioni, le sue inclinazioni e le sue predisposizioni.
“Con ogni uomo viene al mondo qualcosa di nuovo che non è mai esistito, qualcosa di primo e unico.”