Non si cresce negando che esistano differenze.
Le differenze esistono! Alcune differenze dipendono dal patrimonio genetico che ciascuno eredita dai propri genitori, altre dai tratti caratteriali variabili da persona a persona, in parte dovuti all’ambiente e all’educazione ricevuta. Infine ciascuno di noi è partecipe di una determinata cultura ed è perciò dotato di una specifica identità culturale.
Nella vita sociale noi confrontiamo continuamente la nostra identità con quella degli altri. Ciascuno è in grado di definire se stesso attraverso una serie di attributi che, se da un lato lo accomunano ad alcune persone, dall’altro lo differenziano e lo rendono unico.
Non sempre riusciamo ad apprezzare le differenze altrui.
L’incontro con la diversità può suscitare curiosità ma contemporaneamente può generare timore, diffidenza, intolleranza, pregiudizio, prevaricazione. L’adolescente è portato ad osservare il comportamento degli adulti per capire qual è l’atteggiamento da assumere ed è influenzato più da ciò che gli adulti fanno piuttosto che dalle cose che dicono: non basta che l’adulto o l’insegnante gli dica che siamo “tutti uguali” se poi le sue azioni rivelano atteggiamenti discriminatori nei confronti di chi è diverso. Se l’adolescente percepisce sentimenti aggressivi o contradditori verso la diversità, è possibile che si senta autorizzato a coalizzarsi con chi sembra simile a lui, escludendo chi appare diverso.
Le differenze possono non piacere. L’adolescente, comunque, va aiutato a capire che, invece, le differenze sono positive. Se non ci fossero differenze non potremmo nemmeno capire chi siamo noi, non potremmo dire “io” perché ci mancherebbe un “tu” con cui confrontarci.
Constatare le differenze può anche essere uno stimolo a migliorare noi stessi.
A sinistra sono consultabili le proposte di percorsi didattici suddivise per ambiti disciplinari.