QUANDO IL CORPO PARLA: ASCOLTALO!
L’antropologo francese Le Breton mette in evidenza che oggi il nostro corpo, identità provvisoria e argilla da modellare in funzione degli ambienti sociali, ha perso ciò che esprimeva, con i segni del tempo e le espressioni delle emozioni profonde. Tutto ciò porta ad un vuoto interiore ed a una paura degli altri che si esorcizza con l’illusione di un un’identità “normale” o di gruppo (ci si sente normali se conformi ad un gruppo).
Oggi infatti ci scontriamo con un concetto di “normalità” molto forte e forviante: il diverso crea ansia e timore in quanto non facilmente riconducibile ad un modello precostituito.
Quando però l’aspetto, l’età, le condizioni fisiche e mentali diventano elementi secondari ecco che si creano nuovi canali di comunicazione da dove possono emergere esperienze profonde ed indimenticabili che arricchiscono il nostro IO.
Domenica scorsa, il 2 maggio, invitata dall’ Associazione Diversamente in Danza, ho potuto vivere un’esperienza diretta e concreta nella quale il linguaggio della Danza, e di conseguenza del corpo, fa’ cadere le barriere che impediscono la comunicazione con chi è diverso e dei pregiudizi quali per esempio che la Danza sia riservata solo alle persone “normodotate”.
Giorgia Panetto, dell’Associazione Diversamente in Danza (www.diversamenteindanza.it), insieme al suo team di lavoro cerca di favorire l’integrazione delle persone disabili nell’ambiente della Danza e di permettere ai danzatori “abili” di sperimentare tecniche di Danza differenti, arricchendo la propria formazione artistica e culturale. E’ così che nasce un corpo di ballo fatto da 25 elementi (“normodotati” e non).
“Che siano spettatori è previsto, ma che i disabili diventino attori e protagonisti spesso qualcuno lo dimentica o non lo considera proprio. Persone che lavorano insieme e hanno uguale peso nel processo creativo, il che nella coreografia si riflette nel fatto che ognuno ha la sua parte, e ogni parte ha la stessa importanza”. Questo è lo spirito con il quale Giorgia affronta questa magnifica avventura che, pur con tutte le problematiche e le difficoltà, è un esempio positivo per tutti e valorizza le potenzialità artistiche, ma anche sociali, delle attività integrate.
La Danza comunica con un linguaggio che non è verbale ma attraverso il movimento del corpo.
Ho avuto inoltre l’onore di conoscere Pierluigi Zonzin, disabile dal 1994 e insegnante di Danceability (www.danceability.com), e la signora Enrica Ignesti, esponente di spicco della DanzaMovimentoTerapia (www.apid.it).
Pierluigi promuove uno stile di Danza, espressione artistica e creativa, dove la sua carrozzina è un elemento per fare Danza, uno strumento per realizzare qualcosa di innovativo.
Enrica, invece, utilizza un approccio pedagogico terapeutico: “la Danza aumenta la coscienza e le potenzialità espressive del linguaggio corporeo, migliora la comunicazione con se stessi e con gli altri; è rivolta a tutti: a coloro che hanno difficoltà relazionali o psichiche, deficienze fisiche o sensoriali, a coloro che hanno difficoltà con se stessi e con il proprio corpo”.
NELL’INCONTRO FRA DUE PERSONE ACCADE SEMPRE QUALCOSA, PER CHI SA ASCOLTARE (Alito Alessi, ideatore DanceAbility)
Patrizia Brunello
Officer Distrettuale Lions
Lions Club Bassano Host