Riflessioni su Kairós

SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO

“J. VITTORELLI”

BASSANO DEL GRAPPA

OGGETTO: verifica progetto Kairos – Scuola Pilota di Bassano del Grappa

PROGETTO KAIROS

SCUOLA MEDIA “J. VITTORELLI”

(  9-14 marzo 2009)

 

Alcuni dati:

Sono state coinvolte 30 classi su 31 e circa 650 ragazzi e 60 docenti curricolari.

Ogni classe ha sviluppato in media 5 o 6 materie diverse con relative proposte didattiche.

Più di 400 alunni si sono cimentati sulla comunicazione con l’alfabeto Braille, 500 hanno sperimentato esperienze motorie da bendati, etc.

 

Considerazioni sull’attuazione del Progetto:

L’adesione al progetto e la partecipazione sono stati oltre le aspettative, segno che l’argomento trattato e le modalità applicative sono piaciuti, sono risultati accattivanti e spendibili facilmente nella propria programmazione e quindi accolti favorevolmente.

L’interesse dei docenti e la collaborazione sono stati ammirevoli: alcuni insegnanti si sono documentati o hanno chiesto informazioni sulle proposte dopo avere consultato il manuale, altri hanno spalmato le proposte nell’arco dell’intera settimana per mezz’ora/un’ora al giorno producendo degli ottimi elaborati, altri ancora hanno proposto nuove iniziative ( per es. l’uso dei tappi alle orecchie durante una lezione di matematica, torneo di torball durante l’ora di educazione fisica, ovvero un gioco con palla a sonagli per i ciechi, indagine conoscitiva delle barriere architettoniche dei diversi paesi di ciascun alunno da effettuare anche al di fuori dell’orario scolastico e produzione di un fascicolo riassuntivo, testimonianza del padre cieco di una collega e  visione del materiale Braille che lui adopera, quotidiani etc., gli alunni hanno provato anche a scrivere in Braille sull’ apposita tavoletta, sperimentando la scrittura al contrario da dx a sx e con i caratteri Braille capovolti)

Gli alunni hanno accolto favorevolmente e con entusiasmo le proposte, vista la novità e la struttura particolarmente operativa, dimostrando però anche una spiccata sensibilità verso la disabilità nei momenti di riflessione ( quasi in tutte le classi naturalmente). Hanno sperimentato le attività, scontrandosi con le difficoltà di privazione sensoriale, ma cercando di superarle tenacemente e facendo tesoro dello sforzo e delle energie spese per farlo.

Si è respirata un’aria nuova durante tutta la settimana, c’era un entusiasmo e un fervore fra tutti noi, che normalmente non si capta; insegnanti che correvano a fare fotocopie, classi normalmente problematiche in silenzio e con un’attenzione mai vista, alunni con in mano oggetti inusuali, ho visto insegnanti normalmente seduti in cattedra bendarsi e provare a leggere il Braille dalle scatole di medicinali o dalle frasi prodotte dagli alunni.

Secondo me si è aperta una strada che può portare molto lontano, si sta creando una mentalità favorevole all’integrazione,  assolutamente necessaria in certi ambiti.

E questa strada va percorsa, ampliata, frequentata periodicamente, vissuta nel migliore dei modi.

 

Episodi e riflessioni:

mi è capito di incontrare nei corridoi un paio di insegnanti che mi hanno ringraziato di cuore dell’opportunità offertagli, confidandomi che è stata un’esperienza prima di tutto formativa per loro oltre che per gli alunni.

 

Moltissimi insegnanti mi hanno contattato subito per riferirmi sull’andamento della lezione, dimostrando un entusiasmo e una soddisfazione che poche volte gli ho visto in volto.

 

Un alunna dopo l’esperienza di musica da bendata: -  è stato difficile fin dal primo momento quando dovevo cercare il flauto in cartella,  ricordarsi le note, trovare i fori del flauto. Mi sembrava di “non esserci” mentre suonavo. Dalla concentrazione, la mia mente “vibrava” al suono di ogni nota. Altre volte il rumore mi rimbombava in testa. Ho provato una sensazione di insicurezza e confusione, di smarrimento. -

 

 

Molti alunni hanno chiesto di poter sperimentare ancora queste esperienze, sia perché sono risultate divertenti, ma penso anche perché hanno avuto modo di misurarsi con sensazioni e ostacoli diversi e il fatto di poterci , a volte, riuscire, ha fatto capire come con l’impegno e perseveranza molti obiettivi, apparentemente irraggiungibili, si possono perseguire e ottenere.

  

RIFLESSIONI DEGLI ALUNNI DOPO LE ATTIVITA’

 

ARTE:

 

  • “ disegnando con gli occhi bendati mi sono resa conto che l’ordine e la memoria sono cose molto importanti”
  • “..emozione di credere di essere capitata nel silenzio a disegnare una cosa stupenda”
  • “mi sentivo diversa, non avevo mai fatto così attenzione alla matita, alla sua forma, al segno che traccia, alla possibilità di sbagliare e ho percepito una sensazione di superficialità nel mio solito modo di disegnare”
  • “mi sembrava che il foglio fosse più liscio del solito e che le linee della matita fossero delle specie di solchi. Non mi sembrava di disegnare o colorare veramente, credevo di essere sospeso e tutte le cose che toccavo sembravano sfuggirmi. Cercavo i solchi per potermi orientare e da lì ho capito come può sentirsi un cieco, come può essere disorientato senza i suoi punti di riferimento e quali difficoltà deve incontrare nella vita”
  • .. ho provato disagio  e disorientamento…. Non voglio diventare cieco; essere ciechi vuol dire essere privati della bellezza dei colori..”
  • “ prima di iniziare il disegno mi sono preparato otto colori messi in scala, così con riuscendoli a vedere sono riuscito ugualmente a prenderli e ad usarli. Ho disegnato diverse cose, ma le ho colorate sempre una per volta per ricordarmi dove erano i punti estremi e i bordi da cui non dovevo fuoriuscire con il colore. Ho dovuto usare molto il tatto per orientarmi nel foglio. Ad es. disegnando l’albero ho tenuto il dito in un estremo del tronco per riuscire a disegnare la chioma…”
  • “ ad essere bendato, quindi momentaneamente cieco, ho provato un senso di vuoto, tristezza e paura. Era come perdersi in me stesso, come se non capissi dove mi trovavo..”
  • “ho provato una forte rabbia per il fatto di non potermi togliere la benda e di non poter vedere quello che stavo disegnando. Ero molto impaziente e curioso di vedere il risultato. “
  • “ ho dovuto utilizzare con più intensità ed impegno gli altri sensi. Ora capiscono cosa provano i non vedenti e ammiro la loro forza di volontà di affrontare la vita per loro così difficile”
  • “ …cercavi i colori a testoni ma spesso non li trovavo, pensavo di colorare dentro i bordi e invece.. ero del tutto dall’altra parte; è come se mi fossi persa e se non sapessi riprendere il cammino, così il risultato non è stato un granchè, anzi per niente.. però riguardandolo dall’altra parte, sono soddisfatta perché mi sono resa conto che i diversamente abili, anche se con qualcosa in meno di noi, sono molto più bravi, perché vanno sempre avanti e combattono per assomigliarci il più possibile. E questo disegno dimostra che loro, anche se un po’ diversi da noi, sono a volte molto più bravi di noi, visto che io non riuscire mai a fare tutte le cose che riescono a fare loro.”
  • “..ho provato di non saper riuscire e saper fare le cose..
  • “..  ho provato una forte solitudine e smarrimento, un senso di prigionia..”

 

Sempre nella stessa attività sono stato colpito dall’abilità di un’alunna di riprodurre disegnando e colorando un’immagine mentale e un oggetto da bendata. Fatalmente è un’alunna molto timida, che spesso fatica ad esprimersi verbalmente perché condizionata dall’emozione, ma che, da questo esperimento, risulta saper usare meglio di altri sensi e linguaggi diversi

 

 Attivita’ con il compagno

 

  • “ ho dovuto affidarmi completamente alle parole del compagno e non sempre ci capivamo. Sembrava di non pensare muovendo la matita senza essere pienamente responsabile”
  • “. è stato difficile consigliare il compagno a fargli disegnare ciò che avevo in testa. “
  • “ pensavo di essere una marionetta ..”
  • “ mi sono sentita completamente dipendente da un’altra persona”
  • “….io invece non ero per niente preoccupata, di E. mi fido e lei mi infonde una grande sicurezza..”

 

ITALIANO

 

“Lettere impazzite”

 

  • “ E’ stato molto difficile riuscire a trascrivere le parole al contrario perché è una “lingua”  che non abbiamo mai sentito…… “
  • “il dettato è stato un po’ complicato perché le parole non avevano senso, mentre la traduzione è stata più semplice, una volta capito lo schema per decifrarlo”

 

  • “ personalmente considero l’handicap come una comune malattia dalla quale non si può guarire ma con la quale si può convivere. E’ compito di ognuno di noi aiutare le persone con queste difficoltà a superare le diversità, cercando i far acquisire loro fiducia in sé stessi e nelle proprie capacità. L’errore che non bisogna fare e quello di farli sentire fragili e indifesi, bisogna vedere in essi come in ogni altro essere, delle persone in divenire con ottime possibilità di affermarsi personalmente e socialmente capaci di decidere del proprio destino . L’aiuto più grande che possiamo dare è quello di abbattere il muro dei PREGIUDIZI facendoli sentire parte integrante della società in cui vivono.

 

MATEMATICA

 

“Esercitazione con la mano sinistra”

 

  • “Quest’esperienza mi ha fatto capire davvero come può essere difficile la vita per queste persone. E’ stato molto difficile scrivere con la mano opposta e se penso che questa gente dovrà convivere tutta la vita con questo handicap, sento come un buco nello stomaco.

Fare tutte le azioni normali, come lavarsi i denti, vestirsi, scrivere appunto, per loro diventa un ostacolo, una nuova difficoltà. Noi non capiamo davvero cosa provano queste persone finchè non ci caliamo realmente nei loro panni e cerchiamo di compiere tutte le azioni per noi, normali, ma per loro difficili.

Quest’ esperienza è stata molto importante per me e so che non la dimenticherò mai.

Ora so cosa prova una persona con questa disabilità.”

  • “.. se facciamo fatica noi a scrivere una breve espressione, figuriamoci loro quando devono scrivere pagine e pagine. Per questo li ammiro e penso che a volte  siano anche più bravi di noi.”

  

FRANCESE E INGLESE

 

  • “ Secondo me, le persone diversamente abili hanno una voglia di fare e di vivere enorme. Comunque, io penso che tutti in un modo o nell’altro siamo disabili… perfino io che porto solamente gli occhiali, infatti mi pongo questa domanda: chi è una persona normale? Con quale criterio si definisce normale? Io ammiro queste persone che affrontano la vita giorno per giorno cos’ì com’è…”
  • “ grazie a questo quiz in francese ho scoperto meglio chi sono i diversamente abili e quali sono le loro difficoltà. Ora starò più attenta a dar loro una mano se ne avranno bisogno. Dovremmo imparare da loro per il loro coraggio e la loro forza di volontà di affrontare la vita così difficile per loro”
  • “da questo quiz ho compreso che molte persone purtroppo non sono come noi e di conseguenza si trovano a disagio, soprattutto nel compiere azioni quotidiane che per noi sono abituali e banali; ad esempio le persone con handicap non possono giocare o correre liberamente. E’ facile per noi metterci nei panni e nelle situazioni di disabili leggendo delle domande perché noi sappiamo bene che alla fine possiamo tornare ad essere normali  e fare le azioni abituali. Le persone che veramente hanno dei problemi non potranno mai tornare allo stato normale e questo mi fa stare male. Infine mi ritengo un ragazzino molto fortunato  perché sono sano e senza problemi e posso fare tutto come le altre persone normali.”
  • “….in particolare mi ha colpito il fatto che tanti bambini disabili non hanno la possibilità di andare a scuola..”
  • “ E’ sconcertante la notizia che un bambino cieco venga cacciato dalla scuola perchè mentre scriveva con la macchina, provocava disturbo. Il bambino cieco non è un bambino che non ha diritto di vivere come i suoi coetanei è invece un essere che deve essere incoraggiato, stimolato e guidato verso l’autonomia. Egli può imparare, una volta diventato autonomo, a leggere, a scrivere, ad usare il computer, mangiare da solo, praticare sport e fare progetti per il suo futuro. Credo che il compito di ognuno di noi sia quello di aiutare tutti coloro che hanno difficoltà e le cose possono cambiare se con il nostro aiuto possiamo abbattere il muro dei pregiudizi.”

 

MUSICA

 

  • “ ….mi sentivo persa, non mi ricordavo le note, infatti non sapevo più cosa fare, che note suonare.”
  • “ .. mi sentivo insicuro e confuso. Cercavo di concentrarmi di più e sentire al primo momento se stavo sbagliando qualche nota. “
  • “… mi sembrava di “non esserci” mentre suonavo. La mia mente “vibrava” ad ogni nota.”
  • “…il suono mi rimbombava in testa..
  • “…. Mi domando come un cieco riesca a riconoscere i rumori e a capire quello che succede intorno a lui, visto che io avevo difficoltà a capire da che parti del corpo proveniva il rumore del mio compagno”

 

 

SCIENZE MOTORIE

 

      Sensazioni:

 

  • Paura di farsi male
  • Disagio
  • Disorientamento spaziale
  • Paura di cadere
  • Paura di andare addosso a qualcosa o qualcuno
  • Smarrimento
  • Insicurezza
  • Sensazione di vuoto e di isolamento
  • Mancanza di equilibrio e andatura incerta
  • Rigidità nei movimenti
  • Necessità di togliersi la benda

 

Nel momento in cui i ragazzi hanno avuto una guida vedente si sono dichiarati generalmente fiduciosi più sicuri anche se ancora disorientati.

Spesso i ragazzi hanno dichiarato di aver provato il disagio della menomazione e di retenersi molto fortunati potendo usare tutte le loro funzioni integre, di aver capito inoltre che offrire la propria disponibilità ad aiutare chi si trova in difficoltà può essere di molto aiuto.

 

 

         RELIGIONE

 

La scorsa settimana la mia collega di religione, figlia di padre cieco, ha continuato alcune attività per non vedenti. Ha portato dei testi originali scritti in Braille e ha fatto provare a leggere tutti gli alunni delle sue classi. A parte l’esperienza meravigliosa di riuscire a decifrare un codice  a noi sconosciuto fino a poco tempo fa, e vedere la soddisfazione nelle espressioni dei ragazzi, è emerso un fatto , a mio avviso straordinario. In una classe prima, che tra l’altro seguo anch’io, c’è un alunno dislessico, il quale in questa tipologia di esercizi, dimostrava maggiori abilità rispetto ai suoi compagni. Infatti andava spedito come un treno a decifrare le parole scritte in Braille e sembrava conoscesse già questo tipo di linguaggio. Alla domanda della Prof. “ M… come fai ad andare così veloce?” lui ha risposto: “ Prof.. Sa, io sono allenato a questi tipi di esercizi. Tutti i giorni devo far fatica ed impegnarmi per capire quello che sto leggendo”. E riflettendoci è proprio vero. Quel giorno M… è diventato protagonista ed ha potuto far emergere le sue abilità nella disabilità che quotidianamente lo distingue.

Altra cosa importante: abbiamo già programmato per l’anno prossimo di far venire a scuola una persona cieca, già esperta in queste esperienze,  che insegni a scrivere e leggere agli alunni testimoniando alcune sue esperienze.

 

 

Docente Referente

Prof. Agnolin Andrea