Classi 1a A, 1a B e 2a A, 2a B, 3a A, 3a B – (Cartigliano)
Classi 1a B, 2a B (Pozzoleone)
Prof.ssa Anna Balzan (scienze motorie e sportive)
È stata un’attività atta a simulare la disabilità della Cecità.
La lezione prevedeva una prima presentazione e presa di coscienza, da parte della classe interessata, delle varie tipologie di tale disabilità (cecità congenita o derivata, successivamente alla nascita, da trauma, virus…)
In palestra poi sono stati svolti questi tipi di esercizi:
- Alcuni alunni bendati, seduti ad ordine sparso, hanno aspettato che di fronte a loro si sedessero in successione casuale, altri compagni che dovevano essere riconosciuti tramite l’utilizzo del senso del tatto dal compagno cieco.
- Alcuni alunni bendati, ad ordine sparso nella palestra, dopo aver girato per alcuni istanti su se stessi, iniziavano a muoversi liberamente. Al termine del tempo assegnato, prima di togliere la benda, dovevano dichiarare in quale parte della palestra pensavano di trovarsi in quel momento.
- Posizionamento di ostacoli e percorsi vari (alunni in coppia):
- 1° fase: un alunno bendato l’altro soprannominato “angelo custode” MUTO accompagna il CIECO lungo gli ostacoli attraverso comandi motorio/pressori;
- 2° fase: un alunno bendato e l’altro soprannominato “angelo custode” con mani intrecciate dietro il dorso, accompagna il cieco attraverso gli ostacoli solo con comandi vocali.
Al termine dell’attività gli alunni venivano fatti sedere in circolo e chiamati ad esternare le varie sensazioni che avevano provato e a confrontarsi su esse.
Si riportano alcune riflessioni dei ragazzi di prima media.
- Quando ho simulato di essere cieca, non mi sentivo me stessa. Negli esercizi a coppie quando dovevo guidare la mia compagna mi sono sentita “importante” nei suoi confronti, perché lei contava su di me e io dovevo fare di tutto perché lei attraversasse gli ostacoli con sicurezza; mentre quando era lei che mi guidava io contavo molto su di lei, mi sentivo a disagio e mi sembrava di essere inferiore agli altri e non mi sentivo normale. Quando ero da sola e dovevo muovermi senza nessun aiuto avevo paura di spostarmi e di farmi male andando a sbattere contro qualsiasi ostacolo. Quando dovevo riconoscere i miei compagni toccandoli mi sono divertita parecchio anche se qualche volta sbagliavo.
- Io in ogni prova ho provato sensazioni diverse. Nella prima prova che consisteva nel riconoscere i compagni attraverso il tatto ho provato: imbarazzo, timidezza ma mi sono divertita molto. La seconda prova era quella di orientarsi in palestra e mentre provavo ho avuto paura di scontrarmi contro qualcosa o qualcuno. Infine la terza prova consisteva nel superare degli ostacoli e di fare dei percorsi con l’aiuto di un nostro compagno. In questa prova non ho avuto paura perché mi fidavo della mia compagna. È stata un’esperienza davvero interessante!
- Io ho provato nell’essere ciechi molte sensazioni; per esempio, la paura di andare a sbattere contro qualcosa, ma per fortuna c’era una mia compagna che mi guidava e quindi mi fidavo di lei. Ho provato molto dispiacere perché non si vede niente, proprio come un cieco e ti rattristi, ma ho provato molto divertimento alla fine perché abbiamo fatto alcuni giochi molto coinvolgenti.
- L’esercizio di provare le sensazioni di diventare o essere ciechi mi ha emozionata tantissimo. Ma mi sono molto divertita, era bellissimo, ma questo per i ciechi è un grosso problema che non possono sapere dove vanno o cosa incontrano. I ciechi hanno sempre dei pericoli che gli girano attorno e ci vanno contro… per loro è un grosso problema…
- Io nel provare a essere cieca ho provato tristezza perché non si possono vedere le persone, le cose, gli animali… che ci stanno attorno, paura perché non sapevo dove andare o potevo andare addosso a qualcuno o a qualcosa e farmi male. Ero emozionata nel provare a essere cieca però poi ho visto che non era molto bello. Io mi sono sentita sicura perché mi fidavo della mia compagna.