Istituto San Giuseppe - Tortona: Relazione sul progetto "Alla scoperta dell'alveare"

Come esordio si è proceduto alla lettura della poesia “La felicità” di Trilussa e, soprattutto, al dibattito conseguente sul “reale” significato del testo e sulle personali interpretazioni dei singoli alunni.

Il dibattito, vivace e partecipato, ha evidenziato la variegata fantasia dei bambini, i quali si sono dimostrati già ampiamente consapevoli nel distinguere tra la felicità “individuale” e quella “di gruppo”. Il concetto egoistico di felicità personale non deve scontrarsi con la felicità degli altri, la quale, avendo pari dignità, deve essere protetta e difesa a livello di gruppo (analogia calzante con il concetto di alveare).

In questo, in piena onestà, gli alunni sono partiti “avvantaggiati”, in quanto già dal Natale 2020 la classe ha “adottato” un alveare (reale, situato nel parco della Maiella), controllabile nel suo sviluppo tramite applicazione da smartphone.

Quindi gli aspetti peculiari della vita delle api, della loro operosità, della loro dedizione al “bene comune” sono stati ovviamente già trattati a partire da quell’occasione.

Per tutto l’anno scolastico si è quindi potuto visionare (real time) lo stato di salute dell’alveare (proporzionale all’incremento ponderale), i periodi di letargo (testimoniati dal ridotto “rumore” di ronzio udibile all’interno dell’alveare), nonché temperatura ed altri parametri. Questi dati, opportunamente tabellati, sono stati anche analizzati (in matematica) con la presentazione di grafici ed istogrammi.

Tutto questo ha portato, al termine dell’adozione annuale, alla consegna di una fornitura di miele (“raro di Lupinella”, di gusto fruttato e quindi più adatto al palato dei bambini).

Per tornare agli argomenti del nostro attuale progetto, il mese scorso gli alunni hanno completato la scheda di apertura “Cosa conosco delle api”. L’analisi delle risposte ha evidenziato (grazie all’esperienza già vissuta) un buon grado di informazioni sulle api, sulla loro utilità e sulla loro organizzazione sociale.

Al termine di tale attività, con molto orgoglio e coinvolgimento, è stata colorata la prima “tacca” del vaso di miele che indica l’avanzamento del progetto.

È stato quindi affrontato l’argomento “L’insetto ape”. Ogni alunno ha disegnato se stesso come ape all’interno della celletta esagonale, cercando di raffigurare il proprio ruolo all’interno dell’alveare “classe”.

Le cellette, una volta ritagliate sono state assemblate per ottenere una scenografica piantina della classe.

Dopo una doverosa illustrazione della peculiare proprietà geometrica dell’esagono (che permette la copertura della superficie piana senza “lasciare spazi”, simbolo di compattezza che gli alunni hanno prontamente collegato alla forza dell’unione), è stata colorata anche la seconda “tacca” del nostro vaso di miele.

Per entrare nello specifico dei vari ruoli (e conseguenti compiti) di ogni singola ape all’interno dell’alveare, si è utilizzato un approccio ludico, sfruttando la canzone dello Zecchino d’Oro “Le api del convento”.

Questo ha permesso di visualizzare in maniera divertente (e surreale) la molteplice diversità delle attività che vengono svolte dalle api e la conseguente iper-specializzazione. Argomento poi trattato più specificamente sul fascicolo adottato.

Con l’ottica di evidenziare la pari dignità dei diversi compiti (utile a tal fine il gioco di ruolo consistente nell’assegnazione dei distinti incarichi all’interno del gruppo classe già da inizio anno), è stato scelto come motto della 3°B: “Come as you are”, già reso famoso dal programma televisivo X-Factor (passione unificante di molti alunni della classe, maestra compresa). Tale concetto sintetizza bene come nella diversità ci sia ricchezza, ci sia posto per tutti, ciascuno con i propri pregi e i propri difetti.

 

Questo concetto ribalta integralmente quello del “Do ut des” (latinismo ben conosciuto dagli alunni in quanto affrontato in storia con l’argomento del baratto nato nel neolitico). Tutti sono utili all’interno dell’alveare, in quanto tali e a prescindere da quanto (chi più chi meno) abbiano da offrire.

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